Un luogo incredibile, non accessibile al pubblico. Che ho avuto il privilegio di visitare.
L'anima del Duomo di Milano non è sulla sua guglia più alta, né nella cripta, e nemmeno nel presbiterio. Se vogliamo risalire alle origini della nostra mastodontica cattedrale, infatti, dobbiamo andare nelle sue sacrestie. E in particolare in quella settentrionale, ancora oggi nota con il poetico sinonimo di "aquilonare", dal latino tardo aquilonaris, cioè settentrionale, che è stato il primo ambiente a essere costruito e decorato dopo la posa della prima pietra, nel 1386: è la prima cappella, con il primo altare dove celebrare la messa e dove custodire l’eucaristia. Un luogo di grande importanza e significato, dunque, per la storia, l’arte e la fede.
Gli incredibili affreschi negli spicchi della volta sono capolavori di Camillo Procaccini,
ordinati dal cardinale Federico Borromeo stesso all’indomani del terribile incendio che colpì il Duomo nella notte di Natale del 1610: la testimonianza che da ogni dramma puó rinascere bellezza, e il nostro Duomo, lo sa molto bene.
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