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Il brutalismo colorato della Barona.

È senza dubbio una delle chiese più particolari e strane di Milano.

Siamo nel quartiere Barona, chiesa di San Giovanni Bono, costruita negli anni 60 dall'architetto Arrigo Arrighetti , tra le più influenti "archistar" degli anni 50, e che a Milano ha realizzato tantissimo, la Sormani, la Piscina Solari ecc.

La sua particolarissima forma piramidale in origine era in plastica dura, l'idea iniziale dell'architetto era quella di innalzare una "tenda sacra" al centro del quartiere, ma un incendio la distrusse, fu cosí ricostruita in cemento e alluminio porcellanato, donandole una particolarità unica, con centinaia di finestrelle traforate dai vetri colorati che lasciano penetrare giochi di luce all'interno del presbiterio fino sull'altare come si vede dalle foto, la chiesa viene irradiata da tantissimi colori che cambiano a seconda delle ore.

Questo si può apprezzare tantissimo all'interno soprattutto in giornate di sole pieno. Io la trovo bellissima.

Un'architettura semplice, moderna ma estremamente essenziale e suggestiva che rappresenta in pieno lo stile brutalista.

È conosciuta come "la chiesa a punta".

Considerata "un mostro" da molti.

Senza dubbio una delle chiese di design più interessanti e poco conosciute della città.

L'architettura brutalista, come tutti gli altri tipi di architetture puó piacere o meno.

C'è chi considera ad esempio il barocco superfluo e ridondante e invece ama la semplicità.

Concezioni diverse.

L'interno comunque è pazzesco! E il progetto intero di Arrighetti viene ancora studiato nelle università. Questa forma rappresenta simbolicamente il desiderio di ascendere a Dio con la punta verso l'alto, come la tenda che custodiva l'Arca dell'Alleanza.

L'interno secondo me è uno dei luoghi più suggestivi per trovare la concentrazione della preghiera.!

Tra l'altro, si ritiene che le chiese siano ricche piene di lusso , opere d'arte e sfarzo ,invece la semplicità viene disprezzata.

Invito a visitarla tralasciando i brutti giudizi di chi non è mai entrato un libro non si giudica mai dalla copertina.

E l'interno è davvero singolare.

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