Era il 10 giugno 1800 quando arrivò a Milano tal Henri Beyle, francese, famoso per le sue opere letterarie in tutto il mondo con lo pseudonimo di Stendhal. Già, proprio lui.
Sin a primo impatto, il leggendario scrittore rimase colpito dalla bellezza di Milano, tanto che decise di prender casa, esattamente in questo splendido palazzo, Palazzo Bovara, in Corso Venezia, dove sulla facciata è presente ancora oggi una targa commemorativa.
Gli impegni militari lo portarono però in altre città del Nord Italia, fino al suo rientro in Francia, ma Stendhal era ossessionato dalla nostra città, in Francia non faceva altro che sognare Milano tanto che decise di tornare nel 1814 ,dove si stabilì e ci rimase per parecchi anni. In quel periodo Stendhal descrisse i milanesi come “popolo nato per il bello e la raffinatezza”.
Tra le sue opere, lettere e diari, esiste un numero impressionante di descrizioni in cui esalta la bellezza di Milano, dalla Scala, alla cotoletta alla milanese, dal Duomo alla basilica di San Lorenzo, passando per il teatro dei Filodramamtici fino a considerazioni personali su diversi personaggi famosi milanesi di quegli anni. Si innamorò di una milanese, commerciante di stoffe, tale Angela Pietragrua, a cui però mai ebbe il coraggio di dichiararsi, finché finì per perdere la propria verginità in una casa di piacere, contraendo oltre tutto una malattia venerea.
Palazzo Bovara, costruito nel 1700 fu sede di numerosi balli in maschera e varie feste che rimasero memorabili nella storia milanese, oggi è sede della Confcommercio.
Dopo varie peripezie politiche e diplomatiche, Stendhal torno a Parigi, dove morì , ma non prima di comunicare ciò che avrebbe fortemente voluto sulla sua tomba: se infatti vi recate a Montmartre, l’epitaffio sulla tomba , recita le parole da lui volute “Arrigo Beyle, MILANESE” .
Arrigo come i milanesi lo chiamavano, milanese, perchè ancor prima che francese, il suo amore era proprio per Milano, città che sentì sua più di ogni altra.
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